Tappa numero 3, 7 agosto 1998
Venerdì 7 agosto – Tours, Langeais e Ussé
La chiacchierata della sera precedente ha infuso nuova forza alle
nostre gambe. Senza sforzo percorriamo i dieci chilometri che ci dividono da
Tours, città di oltre centomila abitanti adagiata sulle rive dei fiumi Loira e
Cher, poco a monte della loro confluenza.
Per molto tempo Tours è stato un importante centro culturale e
religioso, quasi in contrapposizione a Parigi, pur mantenendo dimensioni non
comparabili con quelle della potente vicina. La città, infatti, è stata sede
durante il periodo rinascimentale di un’importantissima scuola di pittura e fu
abituale residenza di tutti i re francesi fino alla fine del XIV secolo.
Depositate le biciclette, visitiamo subito la bellissima Cattedrale di
Saint-Gatien, un elegante edificio a tre navate iniziato nel 1235 ma terminato
solamente verso la fine del XVII secolo. Oltre cinque secoli di costruzione
fanno sì che nella struttura convivano lo stile gotico flamboyant della facciata e quello rinascimentale dei campanili.
Stupende le vetrate originali del XII secolo.
Usciti dalla cattedrale puntiamo verso Place Plumerau, una vasta area
pedonale racchiusa tra affascinanti case quattrocentesche in pietra e legno. Ci
arriviamo grazie alle indicazioni di un ragazzo marocchino, perché seguendo
inizialmente David ci siamo trovati dall’altra parte del centro cittadino. Qui
ricerchiamo un po’ di relax seduti ad un tavolino di un bar, pienamente immersi
nel clima rilassato e piacevole della città.
Ma l’oceano ci chiama da lontano, quindi a breve ritorniamo in sella
alle biciclette e continuiamo il viaggio verso ovest, verso quelle onde che
sembrano richiamarci come le sirene con Ulisse. È così che nel primo pomeriggio
giungiamo nei pressi della città di Langeais, sul lato destro della Loira, a
oltre venti chilometri da Tours. Il castello che si erge in centro al paese è
stato costruito originariamente nel X secolo come una fortezza. Durante il
regno dei plantageneti il castello fu espanso e fortificato, anche se poi fu
quasi totalmente distrutto dagli inglesi durante la guerra dei Cento anni.
Nella seconda metà del XV secolo Luigi XI fece ricostruire il castello
rendendolo quello che oggi è uno dei migliori esempi di architettura tardo-medioevale.
Decidiamo di non entrarci per il solito motivo di sempre e ci soffermiamo sulle
scale che conducono all’ingresso solo il tempo di divorare delle enormi paste
comprate in una vicina pasticceria. Al momento di addentare gli ultimi succosi
bocconi di queste specialità dolciarie francesi, decidiamo di dividerci. David
ed Alessandro vogliono visitare il vicino Castello di Ussé (poco più di dieci
chilometri da Langeais), io e Paui intendiamo fermarci qualche attimo di più in
paese. È così che vediamo i nostri amici partire verso ovest mentre noi
cerchiamo un posto tranquillo dove goderci la bella giornata assolata. Lo
troviamo sulle rive della Loira, in prossimità di un gran ponte che attraversa
le lente acque del fiume. Paui sogna l’oceano e passa tutto il tempo a studiare
un piano per raggiungerlo già nella giornata di domani, ovviamente utilizzando
il treno per accelerare gli spostamenti.
Ripartiti anche noi dopo un’ora, corriamo lungo una tranquilla strada
che s’insinua tra colline vestite di girasoli e mais. Quando la strada piega di
colpo verso sinistra, il nostro sguardo viene incanalato dalla vegetazione
verso il Castello di Ussé, che si erge lontano su una colle. L’immagine è di
quelle da lasciare senza fiato, una trasposizione fiabesca della realtà
bucolica che ci avvolge. Il castello di Ussé è un castello gotico-rinascimentale
posato sulle rive del fiume Indre, nel comune di Rigny-Ussé. Un primo castello
fu edificato nel XII secolo su un’alta terrazza dominante la valle del fiume,
ai margini della foresta di Chinon, ma l’attuale complesso, che mostra la
presenza di due diversi stili architettonici, venne ricostruito a partire dal
XV secolo. Charles Perrault si sarebbe ispirato a questo castello per la favola
della “Bella addormentata nel bosco”.
Alla base della collina ritroviamo i nostri due compagni, distesi su un
prato a riposare. Il castello è stato inserito nella lista dei CCT, perciò
hanno desistito ed hanno preferito aspettarci lì seduti, godendosi il bel
panorama che abbraccia la piccola valle fluviale.
Paui propone ai due fuggitivi un ipotetico programma di massima per i giorni seguenti, corredato da orari di treni, coincidenze, chilometri giornalieri da percorrere, il tutto con svariate opzioni tra cui scegliere. In un qualche modo gli diamo tutti retta e partiamo in direzione del piccolo paese di Candes, dove il fiume Vienne si getta nella Loira. Prima di arrivarci dobbiamo però passare a lato della Centrale Nucleare di Chinon, un mostro di cemento immerso in una foresta che per suggestione ci pare stregata, cupa e malvagia. A Candes troviamo subito il campeggio che fa al caso nostro. Cena a base di spaghetti al ragù, tanto per ricordarci di essere italiani.