La valle della Loira in bicicletta

Dal 3 al 14 agosto 1998

di Carlo Camarotto

La Brière 1
La Brière 2
Autoscatto di gruppo

Tappa numero 6, Dal 10 al 11 agosto 1998

La Brière
scozia_1

segue... Lunedì 10 agosto – Saint-Lyphard

La strada corre deserta verso nord, lasciandoci pedalare tranquilli in un paesaggio che si fa di chilometro in chilometro più caratteristico. A catturare il nostro sguardo ammirato sono le tipiche case con influenza bretone che cominciano ad apparire ai lati della strada, piccole abitazioni a due piani con le pareti di pietra coperte dalla vegetazione rampicante, il tetto spiovente fatto di strati di cannuccia di palude, spesso anch’esso fiorito, e i balconi di legno variamente colorati.

Risollevati nell’animo giungiamo a Saint-Lyphard, un paesino di poco più di tremila abitanti, porta d’accesso alla nostra meta odierna. La Brière occupa una superficie di alcune centinaia di chilometri quadrati ed è una delle più ampie aree di vita selvaggia d’Europa: le sue zone palustri, i suoi canneti e le estese brughiere sostentano un ricco patrimonio animale e vegetale. Importante area per lo svernamento degli uccelli acquatici, nel periodo estivo è popolata dalle specie migratrici che trovano in questa zona l’habitat ideale per la riproduzione. Tra queste specie vi sono l’airone rosso e il cavalliere d’Italia, che qui sono al limite settentrionale dell’areale riproduttivo. Tra i mammiferi, la lontra è la specie più caratteristica, anche se non è poi così semplice avvistarla.

Scegliamo di accamparci appena fuori dal centro, a lato della strada principale che conduce verso nord. È ormai pomeriggio avanzato e dopo aver montato la tenda non ci rimane altro che una breve passeggiata per le vie cittadine prima che cali la sera. L’atmosfera del luogo è rilassata, quasi fuori dal mondo se confrontata con la chiassosa e pacchiana vitalità di Pornichet. C’è poca gente per la strada e quasi nessuna macchina. Ci sentiamo un po’ frastornati da questo cambio repentino, ma quando torniamo al campeggio siamo tutti e quattro allegri e pimpanti, tanto da gettarci sulla preparazione della cena con entusiasmo e brio. La cena all’imbrunire, seduti sui materassini appoggiati a terra tra le tende, è uno dei momenti più belli di questa strana avventura in bicicletta, momento in cui appare evidente la gioia “del nostro stare insieme”, della speciale condivisione di un’affinità tra quattro animi assai diversi tra loro. Le risate, le chiacchiere, i sorrisi e le confidenze si smorzano solo quando il buio pesto che ci avvolge e la stanchezza che si appropria del corpo ci consigliano di chiudere gli occhi sognando la giornata che ci attende. 

Martedì 11 agosto – La Brière

Niente smontaggio rapido della tenda. Niente colazione seduti a terra con la schiena appoggiata alle borse già pronte per l’imminente partenza. Niente meticolosa preparazione della bicicletta. Quest’oggi abbiamo deciso di lasciare tutto il bagaglio al campeggio e scoprire le bellezze naturali de La Brière liberi d’ogni peso. E pedalare senza i sessanta litri di bagaglio sul retro della bicicletta è veramente tutta un’altra cosa. Sembra di volare.

Il sistema di paludi si estende ad est di Saint-Lyphard per più di dieci chilometri, allargandosi alla vista come un’enorme macchia verde oltre le case dai tetti d’ardesia. Dalla cartina notiamo che due strade penetrano nel suo cuore pulsante, una da nord, passante per il piccolo centro di La Chapelle Des Marais, la seconda da sud, che conduce fino a Saint Joachim, il paesino che sorge proprio nel centro del grande territorio paludoso.

Il primo ingresso è il più vicino e sembra toccare luoghi meno consueti e più riservati. Ci dirigiamo quindi verso nord, assaporando i profumi che fluiscono dalla terra umida e aguzzando la vista alla ricerca di qualche pacifico uccello migratore. Dalla strada che diparte verso sud da La Chapelle Des Marais si raggiungono tre isole di terraferma che galleggiano sui canneti mossi dal vento. Troviamo qui alcune aree attrezzate di tavole e panche di legno dove fermarci a mangiare, poi proseguiamo senza una vera meta correndo lungo gli stretti sentieri sterrati che collegano i piccoli campi coltivati inglobati nell’area umida. È una correre in mezzo alla natura ed alle epoche, scorrendo a ritroso gli anni fino a quei tempi in cui l’uomo era capace di inserirsi con delicatezza nei fragili equilibri ambientali che lo ospitavano. La Brière è un luogo fuori dal tempo che affascina e rimane nel cuore.

Verso metà pomeriggio decidiamo di tornare al campeggio per riprendere i bagagli ed avvicinarci a Nantes. Alessandro vorrebbe fermarsi per riposare e gustare con maggior tranquillità la zona, ma l’imminenza del ritorno a casa c’impone d’accelerare il nostro vagabondare. Non volendo tornare a Nantes percorrendo le terre spoglie costellate d’orribili complessi industriali attraversate nella lunga pedalata per raggiungere Pornichet, decidiamo di “circumnavigare” le paludi da nord, ripassando per La Chapelle Des Marais e continuando poi in direzione di Pontchateau. Le strade da questo lato permangono poco trafficate ed il paesaggio in cui corriamo è ricco di campi colorati, boschetti ombrosi e caratteristici paesini di campagna. Savenay dista solo poco più di trenta chilometri da Saint-Lyphard, vi arriviamo quindi che il sole non è ancora tramontato, a dispetto anche del primo incontro con la pioggia francese, lasciata cadere a terra da un paio d’isolate nuvole grigie.

Ci godiamo il tramonto seduti su un terrapieno erboso che protegge alle spalle le tende, lasciando a ripetuti autoscatti fotografici predisposti da Paui il compito di ritrarre i nostri sorrisi.